La cancelleria per me è un problema talmente grave che anche nei supermercati meno forniti è meglio se evito le corsie dedicate a penne e quaderni. Ho il sospetto che questa dipendenza sia nata a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90, alimentata dai gadget che mia mamma portava dai convegni.
Le borsine di stoffa plastificata (non eravamo ancora così green) erano sempre piene di inimmaginabili meraviglie. Tra queste non mancavano mai i Post-It®; all’inizio semplicemente quadrati e giallini, con gli anni con forme sempre più strane e colori sgargianti. Credo di averne ancora alcuni tra i più belli (come quelli con dettagli dei quadri di Klimt).
Quello che ho scoperto solo molto più tardi è la storia di come questi foglietti appiccicosi sono nati. Non la conoscete? Allora ve la racconto!
Intanto le basi: Post-It® è il nome proprio di un prodotto dall’azienda statunitense 3M che l’ha inventato e ne ha detenuto il brevetto fino alla fine degli anni ‘90.
Era il 1968, Spencer Silver, un ricercatore della 3M, stava facendo ricerche per una colla super resistente. Uno degli esperimenti si rivelò particolarmente sbagliato rispetto al suo scopo: invece che qualcosa di molto solido, produsse una colla molto leggera, riutilizzabile e “pressure-sensitive”.
Spencer Silver capì quasi subito che quell’invenzione casuale era di gran valore, la perfezionò e cominciò a cercare di convincere la sua stessa azienda a commercializzare questa “soluzione senza problema”.
Fu solo dopo 5 lunghi anni che un collega di Silver, Art Fry, partecipando a uno dei seminari di promozione del futuro Post-It®, se ne portò a casa alcuni e li usò come segnalibri. Era l’idea che mancava: la 3M decise di promuovere il prodotto nei negozi di alcune città, ma il test di marketing fu assai deludente.
Finalmente, nel 1978, a seguito di una distribuzione gratuita del prodotto, il 95% delle persone che aveva ricevuto il campione, affermò che l’avrebbe comprato. Bingo!
Nel 1979 uscirono sul mercato i Post-its, arrivati in Europa nel 1981. Che è poi l’anno in cui sono nata. Sarà un caso? O la vera spiegazione della mia dipendenza? 😂
Ah, anche il colore giallo è del tutto casuale: era la carta di riciclo nel laboratorio a fianco di quello del team che perfezionava i foglietti adesivi!