Tempo fa ero al ristorante con un'amica allergica ai latticini. Per antipasto ordina un piatto che la cameriera le aveva detto che poteva mangiare. Arriva il piatto, la cameriera torna in cucina a prendere i nostri e, quando riappare, avverte la mia amica che si era sbagliata e in realtà nella pastella c'era il formaggio. La mia amica - che per fortuna non aveva ancora mangiato - dice, serena, che avrebbe mangiato il pane. Sospiro triste della cameriera che dice: “Oddio, ora mi farai una pessima recensione”.
Sembrava più importante evitare la recensione che il rischio per la salute della mia amica. Mi è suonato così fuori luogo che ho riflettuto sulla spada di Damocle che le recensioni sono oggi per i ristoratori. Tra clienti minacciosi e incomprensioni legittime immagino possano essere davvero problematiche.
Sì. E non solo sono importanti le recensioni, ma anche come i gestori vi interagiscono. Ecco alcuni dati:
Un buon punto di partenza è sicuramente il Google Business Profile, ovvero quella scheda che si trova su Google Maps e spesso anche nelle pagine dei risultati di ricerca. Questa scheda - che Google può generare anche in automatico, ma che è bene che sia verificata e gestita dai proprietari - è importante non solo perché Google-è-Google, ma anche perché raccoglie recensioni da molte altre piattaforme. Google Business Profile può contenere anche la possibilità di prenotare (collegandosi ad altre piattaforme, come, ad esempio, The Fork).
Poi c’è, ovviamente, Tripadvisor che, nonostante le polemiche del 2017 sulle recensioni finte, regge ancora molto bene nel suo ruolo di guida dei viaggiatori.
Per i locali che hanno anche una clientela straniera, soprattutto dagli Stati Uniti, Yelp è un’altra piattaforma imprescindibile.
Mettiamo nell’elenco anche Facebook, sebbene ultimamente sia sempre più in declino, ma se i vostri potenziali clienti sono non giovanissimi, può comunque essere utile.
Immergetevi in quello che le persone scrivono di voi, ascoltate, provate a capire e impegnatevi a migliorare.
Prendete il controllo degli account che ancora non avete e fate in modo che anche la vostra voce risuoni insieme a quelle dei vostri clienti.
Postate le foto dei piatti, raccontate le novità, coinvolgete grazie alla vostra passione e rispondete alle recensioni, almeno a quelle negative. Ma fatelo bene: troppe sono le risposte che partono con le migliori intenzioni, tipo “Ci dispiace molto che la sua esperienza sia stata negativa”... e continuano con rivendicazioni di ragione assoluta per finire, a volte, con offese al povero cliente (che magari è stato scortesissimo, ma c’è sicuramente modo e modo di dirlo).
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