“Perché perché, la Domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita di pallone”
Così cantava Rita Pavone ed io non posso fare a meno di rispecchiarmi in queste parole. Sì, sono sempre io, la fidanzata del tifoso pisano che in piena estate vi ha raccontato cosa voleva dire esserlo. Il calcio fa inevitabilmente parte della mia vita, ma nonostante questo non posso dire di essere appassionata di gesti tecnici, rovesciate, goal da manuale o di azioni degne di nota.
Quando una situazione non ci va proprio a genio, l’unico modo per sopravvivere è ingegnarsi per portare il tutto a nostro favore, e questo è esattamente quello che ho fatto io nei confronti del calcio: ho cercato di accostarlo alle mie più grandi passioni per provare a farmelo piacere almeno un po’ di più.
Comunicazione e marketing digitale sono il mio pane quotidiano, il mio lavoro ma anche le mie più grandi passioni. Cosa potevo fare quindi se non accostare il mondo del calcio a quello del marketing?
L’esperimento è pienamente riuscito: anche la palla che rotola sull’erba inseguita dai calci di tanti uomini in pantaloncini e maglietta è diventata più affascinante!
Mi sono avvicinata al mondo del calcio spinta dalla voglia di capire come i team gestivano la loro comunicazione, soprattutto sui social. Perché anche una famosa squadra di calcio, con milioni e milioni di tifosi, “non può non comunicare!” come recita il primo assioma della comunicazione. Con occhio critico ma costruttivo, guardiamo alcune case history di squadre italiane di diverso livello che hanno spiccato per creatività e fantasia sul re dei social, Facebook.
Sarò sincera: non trovo così spesso esempi che posso ritenere perfetti, ma niente lo è, e in ogni cosa c’è del buono. Iniziamo quindi il nostro viaggio nel mondo del calcio e del social media marketing!
Natale è passato ormai da un po’ di tempo, ma renne, alberi innevati e tavole imbandite sono ancora davanti ai nostri occhi e tornano in auge di anno in anno. Fare gli auguri di Natale senza essere banali è diventato sempre più difficile, ma essere originali e creativi si può.
Più di 3 milioni di visualizzazioni; commenti e condivisioni come se piovesse; engagement alle stelle.
Un video davvero azzeccato! Perché? Per una volta al centro della scena non ci sono i calciatori ma i tifosi, perché, pensateci bene, il successo del calciatore è dovuto sì alla sua bravura tecnica ma anche all’appeal che riesce ad avere sulla tifoseria.
I beniamini più amati della Juventus si sono calati nelle vesti di tifosi, ed ecco allora che si mescolano con gli ultras in curva e che Leonardo Bonucci diventa addirittura il capo ultrà. Un modo divertente ed insolito per ringraziare i tifosi della loro gratitudine, perché quelli che vedete cantare in curva non sono attori, ma juventini dalle vite più comuni scelti tra i membri del MemberShip bianconero, come dimostra il video uscito poco dopo con il backstage:
Dall’avvocato al bambino appena uscito da scuola: la sola passione in comune li ha resi protagonisti di un sogno: essere come i loro idoli calcistici. Per non parlare dell’hashtag dell’iniziativa #WeWishJU, un gioco di parole e pronuncia che sembra essere perfetto per la squadra bianconera.
Ma non sono solo le grandi squadre a poter arrivare a tanto in quanto a comunicazione e creatività. Fidelis Andria, la squadra dell’omonima città pugliese che milita nel campionato di Lega Pro senza giocatori famosi e stipendi da record, ha trovato un’ottima idea grazie voglia di mettersi in gioco di mister e calciatori e tanta ironia:
La squadra pugliese ha accostato le classiche situazioni da giornate di feste natalizie, agli esercizi che si praticano più spesso in fase di allenamento. Inutile dire che il tutto è stato ripagato da un engagement degno di nota!
La strategia vincente sembra essere ancora una volta quella di mettere il tifoso al centro delle attività di comunicazione. Ed ecco che l’AS Roma lancia una live su Facebook dove chiede ai tifosi di commentare pensando a tutto quello che vorrebbero chiedere al difensore giallo rosso. Un modo semplice ma diretto per far provare ai supporters la gioia di un contatto diretto con i propri beniamini. Se fino ad ora i tifosi romanisti si erano chiesti cosa volesse dire davvero vivere “una vita da mediano” con questa diretta si sono tolti questo dubbio.
In un gruppo si sta bene soprattutto se i componenti si divertono fra di loro, e in casa Milan sembra proprio succedere questo. Ecco che in occasione di un servizio giornalistico colorato di bianco causa neve, il bomber Suso pensa bene di giocare a pallate di neve con il giornalista... ma a sua insaputa! Un siparietto molto ironico per mostrare come l’ambiente sia sereno e piacevole.
Anche per i colori rosso neri l’attenzione nei confronti del tifoso è importante, tanto da dedicare alcune gallery fotografiche alle facce dei tifosi: sorrisi, occhi che brillano e tanta passione sono, in questo caso, gli ingredienti del successo sui social.
Il nostro viaggio tra calcio e social media marketing finisce qui. Quello che ho scoperto in questo “tour” è che il calcio non è solo palla, corsa e un campo d’erba, ma è anche molto altro. Se fino a pochi anni fa il calciatore era il fighetto che poteva permettersi una vita agiata e che nulla aveva a che fare con chi vive una vita comune, possiamo dire che i social hanno sfatato questo mito e che una strategia accomuna questo mondo: i tifosi al centro.
Forse allora una bella tifoseria appassionata vale più di un ingaggio milionario?