Ieri sera ho visto Hocus Pocus. Non l’avevo mai visto, perché ero già troppo grande quando è uscito (non sto divagando, è per farvi entrare nel mood dell’età, che è poi l'argomento centrale di questo post).
In Hocus Pocus le tre sorelle Sanderson succhiano la linfa vitale ai bambini per rimanere giovani per sempre.
Improvvisamente mi è tornato in mente il Pisa Folk Festival e la riunione col social media team. Poco più che ventenni (o forse proprio ventenni, non ho avuto coraggio di chiedere) parlavano di social, reel, condivisione in un modo quasi inedito per me.
Avevo preparato la riunione sapendo che non avrei dovuto spiegare come funzionava Instagram, ma mi sono trovata davanti persone che non avevano bisogno nemmeno di quelle che io avevo indicato negli appunti come “basi di marketing” perché loro sapevano benissimo cosa dovevano fare per raggiungere l’obiettivo.
Mi sono sentita come Winnifred Sanderson che atterra negli anni '90 e si fa prendere per il naso dai giovani adolescenti.
Dalla riunione ho passato tutti i successivi giorni ad ascoltare ogni loro parola per carpirne i segreti, per imparare da quello che io riuscivo con difficoltà a immaginare.
E mi sono ricordata di quante volte, con innumerevoli clienti e colleghe avessimo affrontato l’argomento “giovani sul lavoro”. Salvo poche, vecchie carampane che non riescono a sopportarli, il pensiero è unanime: il contributo di ragazzi e ragazze giovani sul posto di lavoro è inestimabile.
Non darò troppo spazio all’ovvio vantaggio della velocità di esecuzione. Al Pisa Folk, durante le prove, un ragazzo del team mi ha girato un reel chiedendomi scusa sia per il ritardo, sia per il montaggio un po’ “alla buona”… Aveva fatto tutto in 15 minuti dalla fine delle prove con lo smartphone ed era ovviamente un video molto efficace nel contesto.
Io, invece, ero ancora a questo punto:
È evidente che in un’agenzia di comunicazione i vantaggi sembrano concentrarsi sull’utilizzo delle piattaforme più recenti e più usate “dai giovani” e anche sulla capacità di interpretare il linguaggio, intercettare i bisogni e le esigenze di un target a loro più vicino. E quindi proporre contenuti che non vi facciano sembrare delle vecchie streghe molto cringe.
Questo è sicuramente un vantaggio, ma non è il solo e nemmeno il più importante.
La qualità principale che noi vecchi d’azienda dovremmo succhiare ai giovani assunti - come fanno appunto le streghe di Salem con i bambini - è la loro capacità di pensare diversamente, la loro mentalità creativa e la capacità di vedere il mondo in modo non analitico. Una caratteristica quasi imponderabile che si nota se si sta un po’ a contatto con persone nate dopo il 2000. Persone svincolate da fili, carta e altri vincoli (di tempo e luogo) che per noi sono ancora difficili da pensare.
E quindi, al netto dei soliti discorsi sul fatto che queste giovani persone hanno comunque bisogno della nostra esperienza amministrativa, nella gestione progetti, nell’interpretazione della tipologia di clienti e delle loro richieste, la verità è che praticamente in nessun luogo di lavoro - sempre che si voglia migliorare - si può fare a meno di giovane linfa vitale!
E quindi non aspettate, andate come vecchie streghe, alla ricerca della vostra ricetta della giovinezza!