Da qualche settimana mi interrogo spesso sulla comunicazione scritta. "Brava", direte voi, "è il tuo lavoro". Sì, ok, forse sono stata po’ generica. Diciamo che ultimamente mi sono trovata a ripensare con attenzione alla funzionalità di mail scritte per lavoro.
Nei messaggi che si scambiano con i clienti e con i colleghi è fondamentale la scelta delle parole e del tono. È risaputo.
Il mio compagno mi prende in giro perché quando dico “devo solo scrivere una mail” sa già che riemergerò dopo ore.
Perché scelgo bene le parole, rileggo le frasi, le rigiro, le cambio, le accorcio e le allungo. Metto i titoli, aggiungo i grassetti, gli elenchi puntati e i saluti del caso.
Sono abbastanza orgogliosa di questo meticoloso lavoro. E sono parecchio irritata quando vedo che dall’altra parte (per esempio Marco 😉 che mi risponde, strano caso, a una mail) non c’è invece nessuna attenzione.
Però ormai mi son fatta una ragione anche di questo.
Insomma, fatte le premesse del caso, specificato che in fondo sono qui a dire banalità, volevo condividere con voi il fatto che “una telefonata allunga la vita”.
Eh, sì, perché se si tratta di parlare con qualcuno che non ama scrivere quanto te, che spesso ha fretta e legge e risponde a corsa e che magari quello che vi siete detti non è qualcosa che corrisponde a “è tutto perfetto, avanti così!”. Una telefonata risolve i problemi.
Lo sapevate tutti, lo so. Ma io amo scrivere e odio parlare al telefono, perché mi impappino, perché sono un po’ sorda (credo), perché mi annoio se non uso le mani… Eppure nelle ultime settimane ho imparato ad amare un po’ anche questo strumento e la facilità con cui alzo il telefono rispetto a prima è incredibile… Brava me, si è sempre in tempo a imparare 😉
E poi, già che siamo in vena di confessioni inutili e banalità, volevo chiedervi una cosa. Ma a voi capita mai di sorridere mentre scrivete? Un messaggino su whatsapp, una mail, un commento carino a un post di facebook...
Perché l’altro giorno ero affacciata alla finestra dell’ufficio e mi sono beccata a sorridere come una scema mentre scrivevo a Celeste. E mi son chiesta: ma lo capirà che sorridevo mentre scrivevo?
E in fondo, sarà che sono ottimista, ma credo proprio di sì. Se scrivi sorridendo, si vede.
Ma se telefoni è meglio.
PS: ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. E tutto questo blablabla è dedicato a Luca. Lui sa perché 😉