Qualche mese fa ho trattato la relazione tra pubblicità e musica, ho provato a mettere in evidenza come alcuni brand abbiano lavorato e lavorino per darsi un’identità sonora e come la componente musicale sia importante per rimarcare il messaggio di alcune pubblicità.
Oggi, in un certo senso, provo a fare il percorso inverso, a vedere, cioè, come l’industria discografica usa la pubblicità e il marketing digitale per promuovere i propri prodotti e raggiungere il proprio pubblico di ‘ascoltatori’.
Moby da alcuni viene considerato il primo ad aver capito, nel 1999, quando il file-sharing aveva già iniziato a mettere in crisi e a cambiare il settore della discografia musicale, quanto potesse essere importante legare la propria produzione musicale ad altri prodotti.
Decise, così, di concedere in licenza gratuita, per film e per spot, tutte le tracce del suo album “Play”, in questo modo la sua musica superò la nicchia dei fan e raggiunse un pubblico più vasto.
Moby usò i film e la pubblicità per raggiungere nuovi ascoltatori e, quindi, nuovi acquirenti di cd e, soprattutto, di biglietti per i concerti.
I legami tra musica, pubblicità, diritti e nuovi media iniziano a cambiare.
Il caso del ‘regalo obbligatorio’ degli U2 è abbastanza noto, sia per la sua unicità sia perché si è portato dietro un po’ di polemiche non solo tra i fan storici.
Gli U2 in collaborazione con la Apple decisero di lanciare l’album “Songs of Innocence” regalandolo a milioni di persone che si ritrovarono gratuitamente a disposizione su i-Tunes tutte le tracce.
Gli U2 portarono quasi alle estreme conseguenze l’uso di un album musicale come strumento di marketing.
I Radiohead per il lancio di “A Moon Shaped Pool” sono spariti, dalla sera alla mattina, da tutti i canali social su cui erano presenti (Facebook, twitter, Google+).
Dopo qualche giorno sono (ri)apparsi su Instagram, social su cui fino ad allora non erano presenti, con due brevi clip. Ancora un paio di giorni e queste due clip si sono rivelate per ciò che erano: un’anticipazione di “Burn the Witch”, nuovo singolo della band. Le stesse modalità le hanno utilizzate, alcuni giorni dopo, per lanciare il nuovo singolo “Daydreaming”. Fino ad arrivare alla pubblicazione dell’album.
Questa operazione programmata in ogni dettaglio è servita a creare interesse e coinvolgimento per l’uscita del loro nuovo lavoro che, inutile dirlo, ha avuto un grandissimo successo.
Caso molto recente quello dei Gorillaz, una band formata da personaggi animati, che da poco ha pubblicato un nuovo disco, dopo quasi 6 anni di assenza. Per il lancio del nuovo album la band ha fatto un uso massiccio della tecnologia e ha sfruttato le potenzialità delle piattaforme social per ottenere un ampio coinvolgimento dei fedelissimi e per stimolare la curiosità degli esterni alla loro cerchia di fan.
Al contrario dei Radiohead che erano scomparsi dal digitale, i Gorillaz hanno aumentato la loro presenza attivando un account ufficiale su Instagram e realizzando un’app per offrire ai fan un’esperienza di immersione totale nel mondo Gorillaz. Sono così riusciti a sfruttare ulteriormente le potenzialità del loro universo animato.
In questo articolo sono spiegate nel dettaglio tutte le iniziative di marketing messe in atto per la promozione di “Humanz”.
Cosa si nasconde dietro questo nome?
C’è grande interesse per Liberato, il misterioso cantante di cui non si sa quasi niente ma che è già diventato un fenomeno.
Per il momento ha pubblicato due singoli con relativi videoclip (se interessa l’argomento questo è un bel post sulla relazione tra videoclip e indie italiana, è su tumblr, non ha mai mostrato la sua faccia e continua ad alimentare il mistero intorno alla sua figura che, al MI AMI Festival, dove era stata annunciata la sua presenza, non è stato possibile risolvere, come molti speravano.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa strategia comunicativa?
Intanto continuo a seguirlo e, in caso di sorprese, faccio un fischio.
Alla prossima